venerdì 16 agosto 2013

L’abat-jour che voleva essere ‘verde’ / The table lamp that wanted to be ‘green’

C’era una volta un abat-jour in una stanzetta di una casa di vacanza al mare.
Come tutti gli oggetti delle case di vacanza, dove l’arredo si limita all’essenziale, questa non era che una modestissima lampada anni ‘80, con una base in metallo tonda e verniciata di bianco, un flessibile metallico a fare da sostegno al corpo luce, composto da un paralume emisferico anch’esso di metallo, verniciato bianco.
There was a time when a table lamp stayed in a little room in a holiday home at the seaside.
As all the objects in a holiday home, where furniture is essential, this was only a little simple table lamp that goes back to ’80s, with a round white painted metallic base, a hose that held the bulb and a hemispheric lampshade even in white painted metal.


L’abat-jour, se ne stava tutto il tempo a testa bassa a fare il suo dovere, su di un comodino, illuminando pagine consunte di libri gialli o di parole incrociate in quelle ore estive serali o notturne, quando il caldo non dà tregua al sonno. Era utile, non c’è che dire, ma aveva un gran difetto: bastava toccare il paralume, in un momento di distrazione, per indirizzare la luce, che – ahia – eri costretto a ritirare subito la mano dal metallo rovente, imprecando contro chi avesse avuto quella ‘geniale’ idea di design irresponsabile! Lei, l’abat-jour, di questo se ne vergognava molto e desiderava una vita un po’ più spensierata e verde!
The table lamp was switched on all night long, doing its job, on a bedside, lighting up old pages of detective stories books or crossword magazines, during those late summer evenings when heat doesn’t make the rest easier. It was an useful object, we cannot deny, but there was a little fault: if you absently touched the lampshade for redirecting light – ouch –, you had to retract the hand because it was hot, and curse on the irresponsable designer! So the table lamp proved shame for sure and dreamed of a more happy and green life! 



Ma un bel giorno il vecchio bulbo ad incandescenza venne messo da parte per essere sostituito dalle nuove lampadine a risparmio energetico e un’anima buona che aveva preso a cuore questo epocale cambiamento, volle sottoporre la lampada a questa novità. Inutile dire che il famoso designer di cui sopra, non aveva avuto una tale lungimiranza e quindi nel paralume le nuove lampadine non volevano proprio saperne di entrare. Ma anche ‘l’anima buona’ aveva un cervellino abituato a pensare e ripensare. Così con non poca fatica riuscì a separare il paralume dal tubolare e per far questo dovette sfilare il filo interno (tagliandolo) con tutto il portalampada. Fortunatamente – o sfortunatamente, dipende dal momento e dai punti di vista – si trovava lì ad attendere un nuovo utilizzo, un filo dotato di spina, interruttore e portalampada reduce da una brutta caduta in cui un altro paralume di vetro era andato in frantumi.
But one day the old bulb was substituted by a new greener one and a good heart who loved environment and this great change, wanted to make the table lamp a greener one. But we must say that the already blamed designer hasn’t been so forward-looking and the new energy saving lamps won’t fit in the lampshade. So the ‘good heart’, who was used to be inspired by a creative brain, proved to separate the lampshade from the hose cutting the electrical wire. Luckily – or not, it depends from the point of view –, a new wire was there standing by, waiting for a new use: it survived to a bad crash of another table lamp, when the glass lampshade was broken in pieces.
Quindi, siccome 1+1 fa 2, dalla combinazione delle due vecchie lampade ne rinacque una nuova e questa sì che poteva ora essere orgoliosa di essere più ecologica! Oltretutto scaldava molto meno. Ma le mancava ancora un paralume che schermasse la luce e proteggesse la lampadina da urti accidentali.
So, as the sum of 1+1 is 2, from the mix of the two lamps a new one was born and this one it could be proud to be greener! Now it burned less, but it missed a lampshader that could shield the light and protect the lamp from accidental hits.



Così dopo tanto cercare, un bel giorno, nel cervello pensieroso di cui sopra si accese ancora una lampadina, quella delle idee, questa volta: il supporto in polipropilene traslucido di un buonissimo uovo di cioccolata, anch’esso lasciato in stand-by in attesa di un riutilizzo, finì per diventare il nuovo paralume dell’abat-jour con un piccolo tocco creativo finale, una decorazione vegetale fatta con scarti di lucido adesivo colorato per cartellonistica.
So, after searching for a long time, one bright day, in that thoughtful brain belonging to the good heart, a lamp suddenly switched on, a new idea now! The transparent polypropylene support of a chocolate Easter egg, even waiting for a new use, ended to become the new lampshade, with a little creative touch, a green decoration made with colored scraps of glossy sticker sheets used for signage.


 
Ora sì che l’abat-jour si sentiva veramente più verde! E continuò ad illuminare serate estive, senza pensieri e con una rilassante luce venata di verde... Così visse per molto tempo ancora, felice e contenta!
Now the table lamp could feel greener than ever, so it went on to enlighten happy evenings with its green nuanced light. Thus it lived happily for a long long time!

4 commenti:

  1. Hurray for the little green lamp, I like a happy ending! :)

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  2. Cara Danda, hai avuto proprio un'ottima idea per la riparazione dell'abat-jour con materiali di recupero. Per completare la tua opera "green" se vuoi ti invio una bella lampadina a LED di quelle rigenerate.

    ciao
    Riccardo

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  3. Hehehe, my dear Sooz, glad you liked this story! :-) As my friend Riccardo in the last comment says, the happiest end should be a new LED bulb, instead of the simple energy saving one. I'll surely provide soon! ;-)

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  4. Ma che sorpresa, carissimo Riccardo! Quando ho scritto questo post ho pensato molto ai laboratori di Wutel.net, proponendomi che il successivo upgrade sarebbe stato una lampadina a LED! Finalmente ne ho viste di accessibili presso Ikea. Una, a dire il vero, ha già fatto ingresso in casa mia, comprata per un pelo, visto che vanno letteralmente a ruba! Il problema è che per sostitiurle tutte dovrei poi smaltire tutte quelle a risparmio energetico, accumulate in tutti questi anni, quelle comprate e quelle ricevute in kit in numerose occasioni. Ma un po' per volta lo farò. ;-)

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