sabato 25 novembre 2017

L'eco-blogging è vivo e io mi sento benissimo! (forse)


10 anni sono passati dal mio primo post, mentre poco più di un anno è passato dal mio ultimo post, eppure con la mia testa sono stata sempre qui, pensando che, prima o poi, avrei ricominciato a scrivere. Danda non ha mai smesso di pensare in chiave “green”, di guardare il mondo “attraverso un filtro verde” e di agire cercando di avere il minimo impatto possibile sull’ambiente.

Qual è il problema? Il tempo e la stanchezza dopo il lavoro. Lavoro sempre, costantemente, dietro lo schermo del computer, o con lo sguardo fisso allo smartphone, che, per ragioni di calo della vista, ho dovuto riacquistare con un enorme display. Ma non posso fare proprio nulla contro l’avanzata imperterrita di questa era digitale, che mi chiede di diventare un tutt’uno con la tastiera!

Voi che dite? Ma soprattutto ci siete? Io spero proprio di sì e vi aspetto nei commenti.

Le statistiche dicono che qualcuno legge ancora questo blog nel mondo. Un semino l’ho buttato... e, nel tempo, com’è cresciuto! Ci sono molte cose che mi dicono che devo tornare a scrivere.

Ogni tanto il mio capo mi chiede: “Ma scrivi ancora sul blog?”. Se sono arrivata al mio lavoro attuale grazie anche al blog, come posso metterlo in un angolo?

Una stagione fa ho conosciuto Linda Maggiori, la persona che, due anni fa, mi aveva coinvolto in un monitoraggio annuale dei miei rifiuti, che ha creato il gruppo Facebook Famiglie Rifiuti Zero e che ha scritto il libro Impatto Zero: vademecum per famiglie a Rifiuti Zero, riportando la sua esperienza di “super-mamma” impegnata con tutta la sua famiglia a vivere una vita totalmente ecocompatibile. Un incontro totalmente illuminante! 



Un mesetto fa, alla proiezione di questo film sull’Appennino Emiliano Romagnolo, ho incontrato casualmente, Domenico Chiericozzi, il giornalista che mi intervistò nel 2010 per la trasmissione “Impatto Ambientale” in onda su una tv locale. Era ancora assolutamente convinto che fossi ancora una blogger attiva... il suo commento è stato: “Ma come, tu eri la numero uno!” a proposito di ecoblogger. L’ho salutato con la promessa che sarei ritornata.

Una settimana fa, seguendo su Instagram diverse blogger con la passione per la riduzione dei rifiuti, ho letto la fantastica notizia del nuovo blog retezerowaste.it, dove molte di loro stanno ora riportando la loro esperienza quotidiana orientata allo “zero waste”. Sono brave, entusiaste e creative! Ma soprattutto, dieci anni fa non avrei mai detto che ci sarebbero state così tante zero waste blogger italiane, che avrebbero creato una community online e che la parola zero waste sarebbe diventata di uso così comune!

Un paio di giorni fa ho letto (e commentato) un bellissimo e accorato articolo di una eco-beauty blogger, Vanessa del blog So Fashion che si interrogava sull’utilità di appassionarsi al blog per vedersi, però, sempre meno interazioni, affogate, invece, nel mare magnum dei social. Se siete blogger anche voi, vi invito a leggerlo, vi farà riflettere.

In quanto blogger e lettrice di blog, anche per lavoro, posso dire che il “blogging”, l’arte di scrivere un blog, non è affatto sulla via del tramonto, anzi, è vivo e vegeto!

Sì, è vero, ci sono blog e blog, non tutti sono curati, non tutti sono mossi dalla pura passione. Ma se non c’è passione... si vede. La moda di aprirsi un blog solo per la mania di visibilità, prima o poi, calerà e rimarrà chi ci ha messo da sempre il cuore. Io spero ancora di cavarmela.

Se ci siete e avete voglia di leggere di me, state sicuri che avrete ancora tanto da leggere, non vi mollo! 😉