Non è che avete frainteso? Ieri è stata la mia prima volta, la mia prima esperienza con la… macchina da cucire!!!
Sì, ed è stato molto divertente, soprattutto perché mi sono cimentata in un workshop di riutilizzo!
Ciò che mi ha trascinato in questa bella impresa è stato il travolgente entusiasmo creativo di ReeDoHub, una cooperativa fondata a Rimini nel 2012, che “promuove progetti di moda e design sostenibili e autoprodotti, con un lavoro che è sia del cervello sia delle mani, un lavoro che è valore e un bisogno esistenziale” (vedi anche questo mio vecchio post).
Have you misunderstood? Sure! Yesterday was my first time, my first experience with the sewing machine...!
Yes, and it was great fun, especially because I ventured into a workshop for re-use!
What dragged me into this great challenge was the overwhelming enthusiasm of creative ReeDoHub, a cooperative founded in Rimini in 2012, which “promotes projects for sustainable and self-produced fashion and design, with a work that is both by brain and hands, a work that is value and existential need” (see also this my old post).
Questi sono i due risultati che sono usciti fuori dalle mie mani. Ancora adesso sono incredula. Sì, ok, non sono perfetti, però è tanto per una come me che a mala pena sapeva cucire a mano qualche bottone o improvvisare qualche “abito” per mascherarsi… Quelli che vedete nelle due foto sono un cuscino da viaggio e un portaborraccia/portaposate, ricavati da un mio vecchio pantalone usurato.
These are the two results that have come out of my hands. Even now I’m still incredulous. Yes, ok , they are not perfect, but it is so much for someone like me who barely knew some how to sew button by hand or improvise some “dress” to mask... The ones you see in the two photos are a travel pillow and a bottle/cutlery holder, taken from one of my old worn pants.
L’idea meravigliosa di questo laboratorio di sartoria creativa è stata sviluppata da ReeDo – e gestita alla grande dalla super-creativa Cristiana Curreli – nell’ambito della Fiera del Vintage di Forlì, un evento che si è tenuto lo scorso weekend e che ha richiamato tantissimi visitatori. Un plauso all’organizzazione che ha assicurato non solo la presenza di stand molto interessanti, ma anche allestimenti in tema e l’avvicendarsi di più di un evento interno, fra cui musica dal vivo d’annata, concorsi fashion, workshop, per l’appunto, e sfilate di abiti rigorosamente vintage o – come la stessa ReeDo ha proposto – di rivisitazione di tessuti usati o scartati per creazioni davvero spettacolari.
The idea of this wonderful creative dressmaking workshop was developed by ReeDo – and managed by the great super creative Cristiana Curreli – as part of the Vintage Fair in Forlì, an event that was held last weekend and drew many visitors. A praise to the organization that ensured not only the presence of very interesting stands, but also a theme-based scenario, and more of an internal event, including live music vintage , fashion competitions, workshops – precisely – and parades of strictly vintage clothing or – as the same ReeDo proposed – the reuse of used or discarded fabrics for truly spectacular creations.
Vi lascio qualche immagine catturata, così, al volo dell’evento in questo slideshow.
In this slideshow I leave you some pictures taken from this event, as well.
Ma torniamo a me: come mi sono comportata alle prese con la macchina da cucire? Inibita, forse dapprima dalla difficoltà ad inserire il filo per imbastire nella cruna dell’ago – eppure ci vedo bene! –, l’approccio è stato come avvicinarsi ad un UFO, proprio un oggetto non-identificato!!! Di come si usa la macchina da cucire ne avevo solo un vago ricordo di quando da piccola assistevo ai lavori che faceva mia nonna. Ora, la parte più difficile è stato memorizzare il percorso che deve fare il filo dalla bobina all’ago – che fra l’altro, mi hanno detto, essere differente da macchina a macchina – poi però è andato più o meno tutto liscio e io ci ho preso gusto, tanto che da realizzare un solo oggetto ne ho fatti due!
Devo dire che cucire a macchina è quasi rilassante e poi mi apre un mondo di possibilità che prima dovevo contenere per la mia inabilità nel cucito. Insomma quasi quasi ci faccio un pensierino…
Il mio compagno che ha “dovuto” sorbirsi tre ore di osservazione del workshop – ma secondo me si è divertito pure lui – ha già affermato di aver trovato il regalo da farmi a Natale! ;)
But coming back to me, what was the way I behaved with the sewing machine? Inhibited, perhaps first by difficulty inserting the basting thread through the needle eye – and yet I see clearly! –, the approach was like approaching a UFO, just an unidentified object! Of how to use the sewing machine I had only a vague record of when as a child I witnessed the work that my grandmother did. The hardest part was to fix in mind the path the thread had to do from the spool to the needle – which among other things, they said, it’s different from machine to machine – but then it went more or less smoothly and I enjoyed it, so that to aim to sew two object, not a single one!
I must say that sewing machine is almost relaxing and then it opened a world of possibilities that before I had to hold due to my disability in sewing. So I’m very nearly to do a little thought about buying it...
My partner – who “had to” put up with three hours of observation of the workshop, but I think he enjoyed it as well – has already claimed to have found the gift from me for Christmas! ;)
P.s.: alla fine vorrei ringraziare lo staff di reedo per avermi dato questa splendida opportunità e spero che ci siano incontri futuri per creare ancora tante belle cose assieme!
Ps: At last I would like to thank the staff of Reedo for giving me this wonderful opportunity and I hope that there will be new meetings in the future to create beautiful things together!