lunedì 31 marzo 2008

Vivere in una casa, eco-compatibilmente pulita (come cerco di fare io) - N°3

La Pasqua è arrivata troppo in fretta ed ecco che le tradizionali pulizie di rito che la precedono sono state rimandate, anche a causa del tempo, visto che le giornate sono state piovose.
Ho preferito attendere il ritorno della calma e del sole. Così il suo calore può essere proficuamente sfruttato in vista di poter utilizzare in un futuro (spero) prossimo la tecnologia dei pannelli solari (per il momento tra le famiglie della mia abitazione c’è solo un accordo d’intenti, ma è già qualcosa!).

Tralasciando, solo per questo post, l’aspetto del risparmio energetico, volevo comunicare difficoltà e conquiste fatte nell’impegnarmi a migliorare l’impatto ambientale dei detersivi/detergenti impiegati per le pulizie quotidiane.

Adesso che vivo vicino al mare, una voce dentro di me si fa sempre più insistente e, ogni volta che metto un additivo nella vaschetta della lavatrice, ogni volta che mi chiedo se sia meglio aggiungere detersivo o alzare la temperatura di lavaggio, ogni volta che scarico un secchio d’acqua sporca, o ogni volta che insisto con l’anticalcare per far splendere di più i sanitari, mi sento in colpa!
Quella dicitura che sui flaconi indica la biodegradabilità maggiore del 90% finora mi tranquillizzava abbastanza. Poi ho consultato internet e ho valutato l’impatto ambientale degli ingredienti dei detersivi da me acquistati, spaventandomi a morte!
Infatti nei detersivi comuni, negli additivi disinfettanti, disincrostanti, sbiancanti, ci sono degli ingredienti che inquinano tantissimo specialmente se usati in quantità eccessive: EDTA, perborato di sodio, sbiancanti ottici, zeoliti, sono solo alcuni dei nomi che ci devono mettere in guardia. E noi tutte, donne casalinghe e non, ne usiamo in quantità industriali per le pulizie della casa.
Allora qua ci vuole un cambiamento!

Già spesso, in precedenza, cercavo nei supermercati prodotti eco-sostenibili. Ero solita comprare il sapone di Marsiglia puro, per pre-trattare alcune macchie su capi da mettere in lavatrice, cercavo detergente ecologico per i piatti (fortunatamente si trova facilmente), poi sgrassanti ecologici e bicarbonato per la pulizia dell’interno delle bottiglie. L’esperienza mi aveva anche insegnato che l’aceto, usato a volte per bollire alcuni ortaggi, lascia le pentole splendenti e senza calcare. Ma, che dire, questo non mi è bastato. Voglio andare oltre!

Anche sotto la spinta di quello di cui si discute nel web, ho trovato numerosissime ditte italiane di prodotti ecologici, naturali e anche bio-solidali. I canali di distribuzione sono il web, i supermercati bio, presenti in molte zone d’Italia, i negozi equo-solidali, alcune erboristerie e più raramente alcuni supermercati che li vendono alla spina (nella speranza che si diffonda sempre più questa distribuzione).

Qui a Rimini per la prima volta sono entrata in un supermercato bio e ho trovato, con mia grande meraviglia, una varietà di prodotti che non mi sarei mai immaginata, dal cibo biologico a quello fair trade, dai detersivi per la casa, ai prodotti per l’igiene personale, da ogni tipo di sfizio mangereccio a verdura e frutta fresca, nonché pane, cereali, infusi, formaggi, yogurt e ancora molto altro con prezzi assolutamente non esagerati.

Al momento ho cercato di comprare grandi confezioni per ridurre al massimo lo spreco di materiale del packaging. Ho fatto scorta di detersivo in polvere per la lavatrice (3,5 kg il sacchetto più grande al prezzo di 10,60 euro, 60 misurini), e detersivo per piatti (3 l al prezzo di 7,65 euro, 2,55 euro al litro, poco più del prezzo di un comune detersivo). Ma prossimamente sostituirò a poco a poco tutti i prodotti “normali” con quelli che sono più normali nell’impatto ambientale! E lo annoterò qui confrontando i prezzi!

E se poi mi resterà del tempo proverò a produrre detersivi naturali in casa, come molti siti suggeriscono.

Bisogna non dimenticare che un grande impatto negativo sull’ambiente lo hanno anche spugne, salviette, stracci per i quali conviene sempre cercarne di fatti in fibre naturali e lavabili come la cellulosa, il cotone. Più durano e meglio è.
Io creo una gerarchia di usura delle spugnette: la loro vita comincia con il lavaggio delle stoviglie e poi man mano che si consumano le faccio finire in bagno o per lavaggio di pattumiere o pulizie più “difficili”. Ma devo fare un mea culpa sull’uso dei panni monouso antipolvere. Li riutilizzo più di una volta ma poi finiscono nel cestino. Ma qualcuno mi può suggerire cosa trovare di ugualmente efficace? Chiederò aiuto alla mia amica Mrs Average! Forse devo tornare al vecchio piumino?

Eh sì, alla fine, riflettendoci bene, i metodi più efficaci per pulire sono quelli che usavano le nostre nonne!

La prossima volta racconterò le mie scoperte sempre nel campo dei detergenti, rivolti però alla pulizia e cura della persona. Anche qua ci sarà da fare un bel po’ di cambiamenti e i presupposti sono del tutto buoni! A presto allora!!!

4 commenti:

  1. Quando Emilio mi ha detto che il mio piccolo blog era presente su Dandaworld mi sono sentita felicissima! Per me è come comprarire sulle pagine di un importante quotidiano! Grazie per il tuo appoggio, anch'io d'ora in poi seguirò il tuo blog e lo insirirò fra i miei link. La mia battaglia per un vivere in armonia con la natura è appena cominciata... un abbraccio! ( e continua così!)

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  2. Eva, benvenuta!!!
    Sono io a ringraziare te della tua presenza, ne sono onorata!
    Sono sicura che i nostri cammini sui nostri rispettivi blog si incroceranno spesso!
    Il tuo Tamburo echeggia lontano: il tuo impegno si estende oltre la materialità dei miei scritti.
    Ciò che tu dici sgorga profondamente dal tuo cuore perfettamente integrato con la Natura. Così come anche la tua splendida voce che ho avuto la fortuna di ascoltare nel canto!
    Spero di raccogliere preziosi suggerimenti da te e di poterli trasmettere a mia volta, come un tam tam che risvegli finalmente l'uomo dal torpore!
    A presto qui e nel tuo blog!

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  3. Per spolverare io riutilizzo, lavandoli in lavatrice, gli stracci di stoffa ricavati da vecchie t-shirt o biancheria rotta. Mi chiedo spesso: è più ecologico usare acqua e detersivo per lavare questi o sarebbe meglio comprare gli usa e getta? E il discorso di potrebbe allargare agli scottex usati al posto degli strofinacci, i tovaglioli di carta al posto di quelli classici di stoffa, i fazzoletti da naso... Boh?

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  4. Cristella, il tuo intervento è più che azzeccato! Chi meglio di una mamma, una professionista in gamba e un donna che conosce mille tradizioni casalinghe (come te) può suggerire meglio su questo argomento?
    Il tuo dilemma me lo sono posto anch'io più volte.
    Però mentre i panni sintetici usa e getta rimangono nelle discariche per chissà quanto tempo, o peggio ancora finiscono negli inceneritori creando tossicità, per il lavaggio, se si usa un detersivo ecologico ben dosato e si include il tutto in una lavatrice ben carica, credo che il danno sia minore.
    In ogni caso hai ragione tu, tovaglioli e fazzoletti di stoffa sono veramente diventati rari nel nostro bucato e credo che la società al giorno d'oggi difficilmente torni indietro su queste cose (me stessa compresa, lo ammetto!)
    Anche qui però un piccolo sforzo si può fare, comprando tovaglioli e fazzoletti di carta riciclata (esistono in quasi tutti i grandi supermercati e nei negozi bio) o che magari sia carta certificata FSC.
    Alla fine dell'uso (che deve essere comunque contenuto) possono essere gettati tra i rifiuti organici perché facilitano l'ossigenazione delle materie decomponibili e addirittura migliorano (per chi lo può fare) il compost. Occhio però a non buttarli nella carta da riciclare!
    Spero che anche i miei suggerimenti siano utili!
    A presto e grazie! ;-)

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