Ogni volta che ne tocco una mi viene in mente un’immagine
del mio passato, di una volta che ero a casa coi miei.
Mamma, allora come adesso, conservava tutto, ma proprio
tutto e, non avendo posti dedicati alle singole cose raccolte, si creava degli
spazi un po’ dove capitava. È così che il tavolo posto contro il muro in fondo
alla cucina, da sempre utilizzato come dispensa a giorno di ogni genere di
alimenti (ovviamente quelli che possono stare a temperatura ambiente), era
diventato anche il deposito dei sacchetti di plastica. In particolare essi
erano stipati sotto a quel tavolo, a mo’ di matriosca, per cui c’era un grande
bustone dove uno dentro l’altro, e anche un po’ a casaccio, erano messi tutti
gli altri sacchetti. Sacchetti che potevano avere decine di anni!
E poi, vi ricordate come erano i sacchetti di plastica di
anni e anni fa? Di tanti colori e soprattutto di una plastica rigida, lucida.
Difficilmente si accartocciavano senza fare volume.
You must know that I am “allergic” to plastic since I was
young, especially to the plastic bags.
Every time I touch one of these I remind a picture of my
past, when I was at home with my parents.
My mother, who, then as now, kept everything, absolutely
everything, not having places assigned to individual things collected, created
a bit of space where she might. Thus the table placed against the back wall of
the kitchen, always used as an open pantry of each kind of food – obviously
those who can stand at room temperature –, also became the deposit of plastic
bags. In particular, they were crammed under that table, as matryoshkas, so
there was a great bag where one inside the other were placed haphazardly all
the other bags. Bags that could have dozens of years!
And then, do you remember how plastic bags of years and
years ago were? They were coloured and
especially made in a hard glossy plastic. Shriveled, they made a lot of
volume.
Così si era creato un mostro di plastica! Ogni volta che ti
serviva un sacchetto di una determinata dimensione, rischiavi di venire
travolto in un blob di plastica rigurgitata dall’enorme bustone!
Mentre nel cassetto dello stesso tavolo erano riposte, mai
usate, due sportine di tela per la spesa che mio padre aveva riportato dal Sud
Tirolo, ove lavorava nell’ormai lontano 1984.
So she had created a monster of plastic! Whenever you
needed a bag of a certain size, you risked of being swept into a blob of
plastic regurgitated by the enormous bag!
While in the drawer of the same table were stored, never
used, two cotton bags that my father had brought back from South Tyrol, where
he worked back in 1984.
Stanca di veder accumulare buste su buste in questa enorme
montagna sotto il tavolo, un giorno mi misi in testa di ridurre l’enorme mole,
ripiegando sacchetto per sacchetto “a triangolo” , come avevo imparato da una
compagna di collegio a Roma, durante il mio primo anno di università (erano i
primi degli anni ’90). Fu così che ci impiegai tutto il giorno intero e i
sacchetti di plastica mi vennero a nausea, tanto che il giorno seguente avevo
la febbre!
Tired of seeing bags accumulated in this huge mountain
under the table, one day I had the crazy idea to reduce the huge size, folding
bag to bag “in triangle”, as I learned from a fellow in Rome, during the my
first year in college (they were the first years of the 90). So it was that it
took me all day and all plastic bags made me feel sick!
Per questo odio letteralmente i sacchetti di plastica. Cerco
di farne sempre a meno, ma, come si dice, a volte tornano!
That is why I literally hate plastic bags. I always try
to avoid them, but, as they say, sometimes they come back!
Vi ho raccontato questo, perché questa settimana, dal 14 al
22 aprile, è la settimana di “Porta La Sporta”!!!
Un aneddoto che vi faccia riflettere su quanto possano
essere invadenti i sacchetti di plastica e non lo sono solo per i nostri
ambienti domestici, soprattutto per l’ambiente. Pensate a quelli che si
disperdono, che vanno a finire nelle campagne, triturati dai macchinari che
lavorano la terra, o quelli che vanno a finire in mare, dissolvendosi in tanti
frammenti ingoiati dai pesci, dalle tartarughe, dagli uccelli marini!
La plastica finisce così nel ciclo alimentare e sulle nostre
tavole! O finisce nei nostri polmoni, incenerita insieme ai rifiuti peggiori!
Rifletteteci!
I am telling you this, because this week, from April 14
to 22, is the week of “Porta La Sporta”!
A story that makes you reflect on how plastic bags can be
intrusive, not only for our domestic environments, especially for the natural
environment. Think of those who are lost, that end up in the country, crushed
by the machines that work the land, or those that end into the sea, dissolved
into fragments and swallowed by fish, turtles, sea birds!
The plastic ends up in the food chain and on our tables!
Or they end up in our lungs, along with the worst incinerated waste! Please,
think about it!
Facciamone a meno!
Al giorno d’oggi esistono numerose alternative: sportine di
tela (che possono essere lavate e tornano come nuove, come suggeriva Giovanna
in un commento su Facebook), sportine di juta, di plastica indistruttibile e duratura
come quelle che si vendono in certi supermercati, shoppers in tessuto
richiudibili e pratiche da portare in borsa con forme e colori bellissimi,
persino alla moda, shoppers ricavate da ombrelli (voglio imparare a farle
assolutamente!) e, ancora, borse per la spesa, come queste “alla francese”, e
per la frutta e la verdura anche questo tipo di retino che si vede nel video
postato sotto. Se è proprio necessario prenderne una al supermercato, ormai ci
sono quelle in materiale biodegradabile, da utilizzare per i rifiuti organici.
Insomma, perché ci sono ancora in giro questi sacchetti di
plastica? Perché quando meno ce lo aspettiamo qualcuno ce lo rifila in fretta
senza darci il tempo di dire no?
Let’s avoid plastic bags!
Nowadays there are several alternatives: cotton ones
(which can be washed and back to life, as Giovanna suggested in a comment on
Facebook), jute bags, unbreakable and durable plastic bags as those that are sold in
some supermarkets, fabric bags reclosable and convenient to carry in your purse
with beautiful even fashionable shapes and colors, bags made from umbrellas (I
absolutely want to learn how to make them!) and, again, shopping bags, such as
“French” ones, and for fruits and vegetables this type of meshed bag that you
see in the video posted below. If you need to take one in the supermarket,
there are now those in biodegradable material to be used for organic waste.
So, why are these plastic bags still around? Why, when
you least expect, does someone put your purchase in a plastic bag with that
hurry that doesn’t give you the time to say no?
Fortunatamente, nonostante l’ulteriore rinvio dell’attuazione della legge sulla conversione delle industrie produttrici di sacchetti di plastica in produttrici di sacchetti biodegradabili, si sta muovendo qualcosa anche in moltissimi comuni, enti provinciali (tra cui anche la provincia di Rimini) ed altre istituzioni a favore della diffusione delle corrette abitudini per quanto riguarda riciclo, riuso e riduzione dei rifiuti, grazie all’immane lavoro di Porta La Sporta.
Fortunately, despite the further postponement of the law on conversion of the manufacturers of plastic bags in producing biodegradable bags, something is moving in many municipalities, provincial agencies
(including the province of Rimini) and other institutions for the diffusion of
correct habits regarding recycling, reuse and waste reduction, thanks to the
immense work of Porta La Sporta.
Anche alcuni negozi e supermercati della GDO stanno facendo
grandi passi avanti in questa direzione. A Rimini, per esempio, il Mercatino dell’Usato Solidale Mani Tese e il mio preferito negozio bio, già dallo scorso
anno, più questo grande supermercato aderiscono a questa grande iniziativa.
Evviva!
Some of retail shops and supermarkets are making great
steps in this direction. In Rimini, for example, the charity second-hand shop of Mani Tese and my favorite organic shop, since the last year, and this supermarket join to this great initiative.
Hooray!
Forza e coraggio, popolo delle borse riutilizzabili,
facciamoci avanti e distruggiamo il mostro di plastica!
With strength and courage, people of reusable bags, let's
go on and destroy the plastic monster!
in borsa tengo 3 buste di cotone ripiegate.
RispondiEliminanon si rompono i manici,non puzzano,si riciclano,si lavano,sono più capienti,sono ecologiche,sono carine...vi serve altro per usarle o vi accontentate di queste "sole" qualità ?
;)
piesse...anche io facevo i triangolini...
ma cavoli sai che hai ragione....porca miseria...i sacchetti di plastica secondo me si riproducono da soli...io sarà due anno che li rifiuto in blocco...uso solo borsine di tela o borsone...ma non c'è verso da qualche parte arrivano...c'è gente fissata che se oltre alla cosa che ti deve dare non ti da un sacchetto sta male...
RispondiEliminableah
Bene!!! Brava Luby! Quelle di tela sono le più gettonate anche in casa mia. Queste qualità sono più che sufficienti per adottarne una da tenere in borsetta! ;)
RispondiEliminaAhahah, Lo, hai ragione, anche secondo me si riproducono! :) Scherzi a parte, purtroppo c'è la pressante industria di produzione dei sacchetti in plastica che sta facendo di tutto per continuare a produrli, invece di guardare avanti e cercare di convertirsi. Il mio fruttivendolo mi ha detto che le buste di plastica costano meno di quelle biodegradabili, per questo sono ancora distribuite. Ma se noi ci portassimo tutti le nostre sportine da casa, non solo faremmo bene all'ambiente, ma faremmo risparmiare soldi a chi queste sportine ce le rifila, così magari ne conseguirebbe anche l'abbassamento dei prezzi! Non dimentichiamoci che l'imballo è una gran parte del prezzo che paghiamo, sempre e ovunque!
Mi è venuta in mente un'immagine di una ragazza fuori dalla coop che intelligentemente ha messo delle bottiglie di vetro di birra nella sportina di MaterBi e si sono disintegrate a terra perchè la sportina non sopportava il peso, invece con una bella borsa resistente sempre della coop ne puoi mettere quante ne vuoi, o almeno quante si riescono a trasportare, e poi la riusi quante volte vuoi! Purtroppo ci sono tanti che non sopportano le sportine di MaterBi, ma soltanto perchè non le sanno usare e non sanno usare le alternative migliori in commercio..basta anche fare come me che ho infilato le sportine a triangolo in ogni borsa, oggi infatti mi serviva e non volevo comprarla ma frugando ho visto che ce l'avevo nascosta nella taschina e via con la sporta gratuita!..ah, e presa anch'io da mania compulsiva ho ripiegato tutte le sporte di plastica o carta che ho..ne ho una scatola piena..ciao ciao e speriamo che sempre di più imparino a utilizzare bene le sporte!!
RispondiEliminaCiao Helena!!!
RispondiEliminaEheheh... sì sì ce n'è di gente in giro che non ragiona molto con la propria testa e che è talmente pigra da non avere voglia da portarsi dietro sportine un po' più resistenti. Ovvio che poi si lamentano di quelle in MaterBi che non sono adatte a tutti gli usi, soprattutto a pesi eccessivi.
Be' sai che ti dico? Questa gente sarà contenta di sapere che a tavola in quello che mangia a ci sono particelle di plastica proprio derivanti da quelle miriadi di sacchetti in giro per l'ambiente... contenti loro!
Tu sei un ottimo esempio di civiltà! Continua così!!! ;)