Fa un certo effetto andare in un piccolo cinema d’essai nella propria città per vedere un film poco pubblicizzato ed indirizzato ad un certo tipo di pubblico e, invece, trovarvi una sala gremita di gente.
Fa un certo effetto guardare un film che sta proiettando sul grande schermo la nostra storia… vista fra una quarantina d’anni.
It has a certain effect to know that I was among the thousand or million persons who last Tuesday have the possibility to see the global premiere of “The Age of Stupid” movie.
It has a certain effect to go in a little arts cinema in the own city, seeing a not much advertised movie, addressed to a certain public and, on the contrary, finding a hall full of people.
It has a certain effect to watch a movie that is showing on the widescreen our story… seen within almost forty years.
Non è la prima volta che assisto ad un film/documentario a proposito di ambiente, in occasione di un cineforum. Mi è già successo con “Biutiful Cauntri”, “The Planet” e “Una scomoda verità”.
Quando ti rechi a vedere un film di questo tipo, ci vai preparato, perché già sai che si parla di qualcosa di serio, di vero e che non ci sarà un lieto fine, una lacrima di commozione o una serie di risate a crepapelle. Spesso, infatti, ne esci amareggiato, sconfitto.
Molti, per questo, evitano questo genere di film, parandosi dietro quest’alibi: “In fondo si va al cinema per divertirsi!”
It is not the first time that I watch a documentary movie which talks about environment, in a film club. It happened also to me with the movies “Biutiful Cauntri”, “The Planet” and “An Inconvenient Thruth”.
When you go to see a movie like these, you go there prepared, because you know yet that it will talk about something serious, something real and there won’t be a happy end, a tear of emotion or a series of belly laughs. You often go embitter, defeated out of there.
Many people for this avoid to go watching these kinds of movie, often with the alibi: “At least you go to the cinema for fun”!
Dico che, però, un po’ di senso di ‘autolesionismo’ in questi casi non guasta e quindi io, dotandomi di una buona corazza del tipo “faccio già qualcosa per l’ambiente”, ho deciso ancora una volta di andare a vedere un film come questo.
A dire il vero ciò che più mi ha incuriosita è stato l’annuncio della mia amica blogger Almost Mrs. Average, proprio in occasione dell’anteprima mondiale, tenutasi a Londra lo scorso marzo. Mrs. A. è una persona solare e allegra ed è in ogni caso uscita entusiasta. Per questo, quando ho saputo dal tg (stranamente) della prima mondiale, e ho saputo dell’opportunità di parteciparvi proprio qui nella mia città, sono stata molto contenta, non sapendo nemmeno cosa mi aspettava…
But I say that a bit of sense of ‘sense-harm’ in these cases is worth, so, wearing a good ‘armour’ as I thought “I’m doing yet something good for environment’, I decided again to go watching a film like this.
To say the truth, it was my blogger friend Almost Mrs. Average to give me the curiosity, with her announcement in her blog when she went to watch the movie preview in London last March. Mrs. A. is a very sunny and cheerful person and anyway she went out from the preview very enthusiast.
So, when I knew the news of the world preview from TV (strange!), and I knew also that I could have the opportunity to see it in my city, I was very happy, yet unconscious of what really I was going to see…
È stato un grande evento multimediale, forse il più grande che ci sia stato finora per la presentazione di un film. Numerose città in tutto il mondo, collegate via satellite, hanno potuto vedere il film in contemporanea, abbattendo di gran lunga l’impatto in gas serra che può avere una normale distribuzione di pellicole cinematografiche. E non si è trattato solo del film, ma di tutto il suo contorno di presentazione.
In giro per il mondo, gruppi di attivisti (Greenpeace, WWF) hanno manifestato in concomitanza con l’evento, ci sono stati concerti di varia natura (persino ad impatto zero) fino a tarda serata, interviste a personalità (che purtroppo però per problemi tecnici non abbiamo potuto ascoltare) e la cosa più impressionante è stata la gente che ha partecipato, anche semplici curiosi che hanno voluto unirsi ad una specie di grande festa di risveglio delle nostre coscienze.
Anche noi eravamo a festeggiare con loro nella piccola sala del cinema Tiberio di Rimini, unendoci a tutte quelle persone che stavano intonando un coro di rabbia e, allo stesso tempo, di incoraggiamento a lottare contro i cambiamenti climatici, l’inquinamento e la devastazione del nostro pianeta!
Nella speranza che tutta questa pressione mediatica sia stata utile a smuovere i politici di tutto il mondo che, oltre ai tanti incontri cui stanno prendendo parte in questi giorni, si incontreranno fra circa tre mesi a Copenhagen per la conferenza mondiale sul Protocollo di Kyoto.
It was a great event, perhaps the biggest that it is happened ‘till now, for the presentation of a movie. Lots of cities around the world, connected via satellite, could see the movie at the same time, highly reducing the impact of greenhouse gases typical of a normal movie distribution. And it was not only the movie, but all the other things that were around.
Around the world, groups of activist (Greenpeace, WWF) protested at the same time of the event. There were concerts of various kind (also at zero impact) all night long, and then interviews to all stars (which we couldn’t listen to, due to technical problems) and the most impressive thing was to see all people participating, also simply wondering people who wanted to join to such a big celebration for the waking up of awareness.
We were celebrating with them too in the little hall of the cinema Tiberio in Rimini, joining to all that people who were sing a chorus of rage and, at the same time, of encouragement to fight against climate changes, pollution and destruction of our planet!
Hoping that all this pressure by media could be useful for shaking the politicians of all the world who, involved these days in several meetings, will meet also within three month in Copenhagen for the conference about the Kyoto protocol.
A parte tutto questo, che già a percepirlo dal vivo smuove davvero ognuno di noi, c’è il messaggio di questo film che scuote e ti fa rabbia, qualcosa che non può lasciare nessuno indifferente.
“The Age of Stupid” non è affatto una descrizione fantascientifica e surreale di quello che potrà accadere fra una quarantina d’anni, come io stessa pensavo e come qualche immagine iniziale del film può lasciare intendere. Ma è una successione di filmati abilmente ricuciti in una trama da un Pete Postlethwaite – già conosciuto nel film “Nel Nome del Padre” – che di sicuro non recita, ma si propone in espressioni dure e veritiere, riportando il messaggio dell’autore del film, Fanny Armstrong. Quindi una serie di immagini che ci sono familiari, cose realmente accadute, cose che stanno accadendo, cose che hanno un nesso sottilissimo tra loro e che, viste da un’ottica molto differente ti lasciano davvero riflettere. Sono storie di personaggi che in diversi angoli del mondo rincorrono la loro lotta alla sopravvivenza, alla difesa del proprio ambiente oppure alla ricerca del benessere, consapevoli di fare del bene, ma inconsapevoli delle conseguenze che questo può creare a livelli più elevati.
“È strano guardare questi frammenti di film. È come guardare attraverso un binocolo osservando le persone su una spiaggia lontana. Correndo in cerchio sulla spiaggia, si concentrano ognuno sul pezzetto di terra sotto i loro piedi, e nessuno si accorge dello tsunami che sta per investirli”
Apart from this, which is exciting only in perceiving it live, there is the message of this movie that shakes and makes you be anger, it is something that can’t leave you unconcerned.
“The Age of Stupid” is not properly a space age or surreal description of what could happen within forty years, as I thought and as some initial frames could leave imagine. But it is a succession of videos cleverly mixed in a plot by a Pete Postlethwaite – we’ve yet seen in “In the Name of the Father” – who surely doesn’t act but shows himself in real and hard expressions, reporting the message of the author of the movie, Fanny Armstrong. So it is a series of images that are familiar to us, things that are really happened, things that are happening and have a very thin bond among them, things that, seen from a different view, make us reflect. They are stories of characters that, in different part of the world, are running to survive, to protect their environment or searching for wellness and they think they are doing the right thing, but are unaware of the consequences of their action at a higher level.
“It’s strange, watching these film fragments. It’s like looking through binoculars observing people on a far off beach. Running around in circles, fixated on the small area of sand beneath their feet, as a tsunami races towards them”.
Tra una storia e un’altra, a più riprese, si succedono piccoli intervalli animati con una comunicazione davvero essenziale e al contempo incisiva, in cui la narrazione si fa visuale, come quando, ad esempio, ci mostra i nostri gesti quotidiani, snocciolati in una serie di assurdità che noi dal di dentro non siamo capaci di afferrare.
E quindi tutto torna a noi, alla nostra bramosia energivora, alla nostra incomunicabilità, al nostro difetto di non sapere, non potere o non volere guardare lontano. Quello che non vogliamo assolutamente capire è che chi ci rimette non è l’“ambiente”, ma noi esseri umani, l’unica specie sul mondo che sarà capace di auto-estinguersi, se continuiamo di questo passo.
Un grave dilemma attanaglia il narratore: se siamo stati in grado di fermare questa follia, perché non l’abbiamo fatto?
Ecco il monito principale: abbiamo ancora poco tempo per fermare quest’assurdità!
Secondo le proiezioni, dopo il 2015 non saremo più in grado di correggere i nostri errori, se non lo facciamo già da adesso!
Between a story and another, in more shots, little animated breaks follow, with a very essential and incisive communication. In these animated shots the story becomes visual, as when, for example, it shows our daily actions, blurt out in a series of absurdities that we aren’t able to catch from inside.
So all boils down to us, to our yearning of energy, to our lack of communication, to our fault of not knowing, not being able or not wanting to see our future. What we don’t absolutely want to understand is that what is in danger is not ‘environment’ but us, the human beings, the one that will be able to self-extinguish, if we go on in this way.
A huge dilemma haunts the narrator: if we were able to stop these foolish acts, why didn’t we?
Here’s the main message: we have so few time to stop this madness!
As statistics say, after 2015 we won’t be able to correct our mistakes anymore, if we don’t start by now!
Allora cosa stiamo aspettando? Io non voglio essere stupida… voi?
So what are we waiting for? I don’t want to be stupid… and you?